Indagine sulla infertilità maschile: individuati due marcatori biologici
I ricercatori hanno sviluppato un test non chirurgico che potrebbe essere utilizzato per predire se uomini con zero numero di spermatozoi (azoospermici) potrebbero essere in grado di procreare tramite fecondazione in vitro.
Lo studio, condotto da un team del Mount Sinai Hospital di Toronto, individua due proteine nel liquido seminale, che possono essere utilizzati come marcatori biologici per predire la probabilità di trovare spermatozoi durante l’investigazione chirurgica. Attualmente, la biopsia testicolare è l’unico metodo diagnostico per determinare la causa specifica della sterilità.
L’infertilità non ostruttiva si riferisce al fallimento degli spermatozoi di svilupparsi correttamente. In questo caso il recupero degli spermatozoi e il loro utilizzo nelle tecniche di fecondazione assistita è molto difficile, e spesso impossibile. Ma quando la causa è l’ostruzione nel sistema riproduttivo di un uomo, il recupero di spermatozoi è molto più facile.
La coppia di proteine – ECM1 e TEX101 – sono stati selezionati tra 2.000 biomarcatori candidati. Il loro valore predittivo è stato sperimentato dapprima in 30 pazienti, poi su un ulteriori 119. I ricercatori sono stati in grado di distinguere ostruttiva da infertilità non- ostruttiva ogni volta, anche se il test non può essere considerato accurato al 100%.
Avere un test biochimico accurato potrebbe aiutare i medici nella scelta di effettuare o meno una biopsia testicolare.