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La nuova frontiera: Cellule NATURAL KILLER

Il ruolo cruciale delle cellule Natural Killer (NK) nel nostro sistema immunitario innato è spesso sottovalutato, nonostante il loro nome possa suggerire il contrario. Queste cellule si differenziano a seconda della loro localizzazione e composizione molecolare, svolgendo compiti essenziali nella difesa dell’organismo.

Le cellule NK periferiche, che circolano nel flusso sanguigno, hanno il compito di individuare potenziali minacce, come cellule infette da virus o cellule tumorali, e di distruggerle. Nel contesto dell’utero, le cellule NK uterine, concentrate nell’epitelio endometriale, giocano un ruolo fondamentale durante la gravidanza. La presenza elevata di progesterone stimola la loro crescita, costituendo il 30% delle cellule endometriali durante la fase luteale. Queste cellule svolgono una funzione chiave nella preparazione dell’endometrio per favorire l’attecchimento dell’embrione e contribuiscono allo sviluppo iniziale della placenta. Oltre a ciò, forniscono una barriera protettiva al feto contro corpi estranei e infezioni, grazie alla produzione di citochine e fattori di crescita. Uno studio recente condotto dall’immunologo Zhigang Tian presso l’Università delle Scienze e della Tecnologia di Hefei ha evidenziato una correlazione tra lo sviluppo fetale corretto e la presenza di NK uterine. Questa scoperta potrebbe essere fondamentale per comprendere l’infertilità idiopatica, i fallimenti ripetuti dopo trattamenti di fecondazione assistita e gli aborti ricorrenti. Tuttavia, la valutazione dei livelli di NK presenta ancora limiti, con pochi parametri di riferimento precisi. Attualmente, numerosi studi sono in corso per testare la funzione delle NK nella gravidanza, offrendo nuove prospettive per supportare le coppie con diagnosi di infertilità inspiegata.

L’interesse per le cellule NK si intensifica in questo periodo di pandemia da COVID-19. L’Istituto di Ricerca sulle Malattie Infettive di Seattle e la società Celularity del New Jersey stanno conducendo studi su una terapia sperimentale utilizzando le cellule NK (CYNK-001), ottenute da cellule staminali ematopoietiche placentari crioconservate. Questa terapia innovativa potrebbe rafforzare il sistema immunitario indebolito dal COVID-19, consentendo al corpo di individuare e combattere attivamente il virus. L’obiettivo è stimolare una risposta immunitaria più robusta per mantenere sotto controllo l’infezione. Speriamo che questa terapia si riveli efficace non solo contro il COVID-19, ma anche contro future epidemie, aprendo la strada a soluzioni rivoluzionarie nel campo dell’immunoterapia. Sulla loro correlazione gettando le basi per la costruzione di nuove strade da intraprendere per supportare almeno  una parte delle coppie che vivono diagnosi di infertilità inspiegata. L’interesse per le cellule NK si riaccende in questi giorni di pandemia da COVID-19.

L’Istituto di ricerca sulle malattie infettive di Seattle e una società del New Jersey chiamata Celularity sono state autorizzate dalla Food and Drug Administration per avviare studi su una terapia sperimentale avvalendosi proprio di cellule NK, ottenute da cellule staminali ematopoietiche placentari crioconservate. Il prodotto a base di cellule NK di Celularity è noto come CYNK-001, ed è stato già precedentemente somministrato in modo sicuro ai pazienti per il trattamento della leucemia e del mieloma multiplo ottenendo buoni risultati. La società suggerisce che l’uso di tali cellule elimini il rischio di una reazione del sistema immunitario che possono causare altri tipi di cellule donatrici. L’ ipotesi è che tale immunoterapia “sollevi” il sistema immunitario indebolito dal COVID-19 consentendo alle cellule dell’ospite di trovare i siti di infezione virale attivi, uccidere il virus e indurre una risposta immunitaria più “robusta” che aiuterà a mantenere sotto controllo l’infezione. Ci auguriamo il successo di questa terapia innovativa per poter liberare un sospiro di sollievo anche per vincere questa e le future epidemie.

L’uso delle cellule NK nel trattamento del COVID-19 offre una prospettiva promettente, soprattutto considerando il successo passato del prodotto CYNK-001 nel trattamento di leucemia e mieloma multiplo. Questo approccio, che utilizza cellule staminali ematopoietiche placentari crioconservate, potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro il virus. Celularity suggerisce che l’utilizzo di queste cellule NK possa ridurre il rischio di reazioni avverse del sistema immunitario, rispetto ad altre tipologie di cellule donatrici. L’ipotesi intrigante è che questa immunoterapia possa “potenziare” un sistema immunitario indebolito dal COVID-19, consentendo alle cellule dell’ospite di individuare rapidamente i siti di infezione virale attiva, eliminare il virus e promuovere una risposta immunitaria più vigorosa.

Il successo di questa terapia potrebbe non solo rappresentare un passo avanti nella gestione del COVID-19, ma anche aprire la strada a nuovi approcci terapeutici per altre malattie virali. La possibilità di rafforzare il sistema immunitario in modo mirato offre nuove speranze per la gestione di epidemie future, riducendo l’impatto devastante che tali eventi possono avere sulla salute globale. In un momento in cui la ricerca scientifica sta cercando risposte alle sfide globali, la luce riflessa dai recenti sviluppi nell’utilizzo delle cellule NK non solo offre speranza nel contesto della pandemia, ma solleva il velo su un potenziale rivoluzionario nel campo dell’immunoterapia. Attendiamo con interesse i risultati degli studi in corso e speriamo che questa innovativa terapia contribuisca a vincere la battaglia contro il COVID-19 e ad affrontare con successo le sfide future nel campo della salute globale.

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