La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) Eterologa è un’opzione rivoluzionaria che offre a molte coppie la possibilità di realizzare il sogno di formare una famiglia. Attraverso questa tecnologia avanzata, le barriere legate all’infertilità possono essere superate, aprendo la strada a una nuova speranza per coloro che affrontano sfide nel concepire naturalmente.
Cos’è la PMA Eterologa?
La PMA Eterologa coinvolge l’utilizzo di gameti (spermatozoi o ovuli) provenienti da un donatore esterno, il che significa che almeno uno dei genitori biologici non fornisce il proprio materiale genetico. Questo approccio si è dimostrato una soluzione efficace per superare le difficoltà legate a fattori genetici, malattie ereditarie o problemi di fertilità particolarmente gravi, sia maschili (azoospermia, globozoospermia) che femminili (menopausa precoce, età avanzata, poliabortività).
I donatori sono scelti accuratamente, selezionando quelli con caratteristiche fenotipiche quanto più possibile compatibili con quelli della coppia ricevente.
La donazione è anonima ed il donatore non è rintracciabile.
Eterologa in Italia o all’estero?
Le coppie che si approcciano a questa tecnica di fecondazione assistita sono in aumento in Italia. Ecco perché da ormai vari anni la PMA eterologa è permessa anche nel nostro Paese (come indicato dalla sentenza 162/2014 della Corte Costituzionale), senza alcuna differenza rispetto agli altri stati europei (se non per il divieto per genitori single o dello stesso sesso). Nonostante ciò, molti ginecologi continuano a proporre l’estero (in particolar modo la Spagna) come la meta ideale per effettuare questo tipo di tecnica. Questa pratica, in effetti, non ha però alcun motivo di esistere. In realtà, in Italia chiunque abbia requisiti specifici può donare i propri gameti ad un laboratorio, ma tale pratica è dunque una donazione a tutti gli effetti. Infatti, per legge non è prevista una remunerazione ai donatori. Ecco perché qui, nel nostro Paese, sono davvero pochi i donatori rispetto alla richiesta.
Seppure in Italia la donazione di ovociti non sia molto comune per i motivi elencati, è possibile importare novociti da centri esteri ottenendo lo stesso risultato. Una delle giustificazioni più comuni dai sostenitori di questa soluzione è la possibilità di utilizzare ovociti freschi (non congelati) ottenendo risultati migliori ma anche questo non è vero; è possibile inviare il seme crioconservato ai centri esteri e ricevere blastocisti ottenute per inseminazione a fresco senza la necessità di allontanarsi dall’Italia (questo è tra l’altro il metodo utilizzato al CFA per garantire alte percentuali di gravidanza). È bene sottolineare che la crioconservazione del liquido seminale, contrariamente a quella degli ovociti, è una tecnica routinaria, che non determina un abbassamento della qualità del seme e che quindi non ha alcuna influenza negativa sulla tecnica. Quindi perché proporre ai pazienti un viaggio costoso che non aggiunge nessun beneficio? A questo non abbiamo risposta.
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