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Nascite in calo in Italia, record in Italia nel 2023

Le nascite continuano a scendere in Italia, Paese in cui si registra un record negativo anche per il 2023. Secondo i dati raccolti dall’Istat infatti le nascite sono diminuite del -3,6% rispetto al 2022, raggiugendo il numero medio di figli per donna di 1,24. Tra i motivi della diminuzione delle nascite si riscontra il fatto che la popolazione femminile in età riproduttiva è numericamente di meno rispetto al passato. Storicamente, infatti, dal 1976 al 1995 è avvenuta in Italia una fase calante delle nascite, arrivando al minimo storico nel 1995 con una media di 1,19 figli per donna.

Oltre a questa motivazione, ci sono tantissimi altri fattori che determinano un calo di natalità, tra cui:
 gli studi durano molto più a lungo
 è complicato trovare un lavoro stabile
 la crescita economica è molto bassa

La diminuzione delle nascite interessa l’intero stivale: da Nord al Sud. Inoltre, se fino a qualche anno fa gli stranieri riempivano le culle, oggi sembra che la riduzione della natalità coinvolga indistintamente italiani e stranieri. L’Istat conferma che oggi i figli nati da genitori stranieri sono infatti 3mila in meno rispetto al 2022.
Oltre a queste cause, il calo delle nascite risulta generato anche dalla reale diminuzione dei livelli riproduttivi. Fattori ambientali, stress e stili di vita errati incidono drasticamente sulla fertilità e spostando il momento di costruire una famiglia più in là con gli anni si riduce il ventaglio delle possibilità ulteriormente.

Bisogna arrendersi? Assolutamente no!
Per contrastare questo fenomeno è necessario che le forze del Governo lavorino insieme a quelle della scienza. Bisogna attuare una politica in grado di sostenere le giovani coppie che si apprestano a formare una famiglia. Sono fondamentali non solo i sostegni economici ma anche mettere a disposizione della popolazione strumenti utili per la conciliazione fra famiglia e lavoro, come ad esempio nidi e congedi di paternità. Dall’altro lato è diventato assolutamente necessario incoraggiare ricerche sulla fertilità (individuare le cause patologiche, psicologiche, ambientali e sociali) e infondere una vera e propria cultura della fertilità. Social freezing (crioconservazione degli ovociti) e PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) sono strade da intraprendere senza alcun indugio, qualora si abbiano i presupposti. È necessario iniziare ad avere una cultura della fertilità, una maggiore consapevolezza per cominciare a vedere la curva delle nascite risalire. Per quanto riguarda il nostro Paese, l’età media delle donne che si sottopone a cicli di PMA è aumentata negli ultimi anni. Infatti è passata da 34 anni a 37, inoltre la quota delle donne over 40 che cerca il primo figlio è oggi del 33,9% (nel 2005 era solo del 20%). Social freezing e PMA- dunque- sono strumenti contro la denatalità. Merito anche dell’aumento percentuale di successi delle tecniche, grazie anche a laboratori sempre più avanzati e a un miglioramento e ottimizzazione delle procedure: il tasso di gravidanza ogni 100 trasferimenti eseguiti è aumentato
passando dal 16,3% del 2005 al 32,9% del 2022. Ovviamente il successo dipende da molti fattori, in primis l’età della donna, che influisce sia sulla qualità degli ovociti, sulla loro quantità e anche sull’attecchimento dell’embrione e del portare a termine la gravidanza.

Cosa può fare il CFA per te?
Il nostro centro è un vero e proprio “polo della fertilità” in cui siamo in grado di assistere i nostri pazienti in ogni fase della loro vita e del loro percorso verso la genitorialità. Qualunque sia la fase che stai attraversando che tu voglia semplicemente esplorare la tua fertilità e le opportunità esistenti o che tu stia cercando un figlio siamo qui per te!

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