Il trasferimento degli embrioni (o transfer embrionario) è lo step finale della fecondazione in vitro e consiste nell’inserimento in utero degli embrioni fecondati. Il ciclo della fecondazione in vitro inizia con la stimolazione ovarica, che attraverso la somministrazione di ormoni induce la maturazione dei follicoli ovarici. Quando i follicoli sono maturi, si procede con il prelievo ovocitario (o pickup), gli ovuli prelevati vengono uniti agli spermatozoi affinché avvenga la fecondazione in laboratorio. La tecnica utilizzata per la fecondazione varia a seconda dei casi e dipende molto dalla cartella clinica della coppia. infatti, l’inseminazione può avvenire per:
- FIVET, ovvero quando gli spermatozoi selezionati si aggiungono nella piastra dove è collocato l’ovocita, per permettere allo spermatozoo di penetrare da solo attraverso le membrane che avvolgono l’ovocita così come avviene in natura.
- ICSI, ovvero quando lo spermatozoo viene iniettato tramite un micromanipolatore direttamente dentro l’ovocita. Una volta avvenuta la fecondazione, si mantengono gli embrioni in coltura monitorando la loro evoluzione. Dopo il quarto giorno l’embrione cambia aspetto e si compatta, in questa fase l’embrione diventa “morula”. Dopo il quinto/sesto giorno la morula raggiunge circa 150 cellule e diventa una blastocisti. La scelta di quando procedere col transfer dipende principalmente da:
- il numero degli embrioni fecondati. Se sono pochi difficilmente si rischia portandoli in quinta o sesta giornata
- numero di tentativi di PMA già fatti
- età della donna e di conseguenza qualità degli ovociti tale procedimento è valido sia per il trasferimento di embrioni in fresco che per quello di embrioni
crioconservati. Ad ogni modo, trasferire gli embrioni nello stadio di blastocisti consente di selezionare gli embrioni di migliore qualità (i più sani, sviluppati e morfologicamente integri); infatti raggiungono questo stadio solo gli embrioni geneticamente sani ed in grado di essere impiantati. Inoltre, questa tecnica segue
più fedelmente la procedura naturale di riproduzione e offre una migliore sincronia embrioni-endometrio. È bene tenere ben presente che ogni singolo caso va valutato a sé, non c’è un momento giusto assoluto per procedere col transfer, ma dipende sempre dal quadro clinico della paziente. L’equipe medica valuterà per ciascun caso quale sia la finestra con più possibilità di successo. Per fare ciò è importante-infatti- tenere conto della quantità degli embrioni e della loro qualità, e poi dello stato dell’endometrio. Quest’ultimo deve essere preparato al transfer e, perché sia ricettivo, la paziente deve assumere dei farmaci per stimolarne la crescita nei giorni precedenti al trasferimento embrionale.
Come avviene il trasferimento embrionale?
Innanzitutto, il biologo inserisce l’embrione in un sottilissimo catetere (un tubicino di plastica molto sottile e flessibile) con una goccia di terreno di coltura. Poi, il ginecologo inserisce lo speculum in vagina e introduce delicatamente il catetere all’interno della cavità uterina, tale procedimento è eseguito interamente sotto controllo ecografico. In questo modo si potrà monitorare, attraverso lo schermo dello strumento, l’esatta posizione del catetere e il momento del rilascio dell’embrione. L’embrione introdotto si adagia sull’endometrio, luogo in cui può impiantarsi.
Il transfer è un procedimento facile ed indolore, che non comporta alcuna sedazione: sicuramente è il momento più emozionante per la coppia!
Dopo il trasferimento embrionale, la paziente deve restare a riposo per almeno 30 minuti, poi può tornare tranquillamente a casa facendo però attenzione a:
- non fare sforzi fisici eccessivi
- evitare rapporti sessuali fino alle Beta
- evitare terme e piscine per non contrarre infezioni non esistono ragioni per cui la paziente debba sospendere le proprie attività abituali, anzi evidenze
scientifiche confermano quanto sia controproducente restare a letto in assoluto riposo. Infatti, può portare problemi circolatori e può essere una grande fonte di stress, impendendo l’impianto dell’embrione.